Come ogni mezzo o impianto, il valore di mercato appena dopo l’acquisto diminuisce sensibilmente perché l’aeromobile diventa una macchina di seconda mano e quindi se lo si vende dopo un mese dall’acquisto, sicuramente si avrà una minusvalenza (come si dice: appena giro le chiavi vale già la metà).
tuttavia gli aeromobili hanno una curva di deprezzamento abbastanza piatta (dipende evidentemente dal modello) e quindi, dopo il primo periodo in cui di svaluta notevolmente, il valore, posto che tutta la manutenzione sia eseguita, le parti sostituite e le revisioni effettuate, diminuisce molto meno rispetto al valore dell’aeromobile a bilancio.
Gli aeromobili hanno infatti un ammortamento fiscale che in Europa va dal 10% al 15%, che vuol dire che tra gli 8 e i 10 anni di utilizzo il bene sarà considerato completamente ammortizzato, nonostante abbia un valore residuo che sicuramente non è nullo.
Per questo motivo, vendendo un aeromobile alla fine del suo ammortamento genererò una plusvalenza, ovvero un ricavo supplementare.
Ci sono metodi per contabilizzare un aeromobile anche con un costo annuale più basso per tenere allineati il fair value (valore commerciale) con il book value (valore a bialncio) e quindi avere meno costi e generare più throughput durante l’utilizzo, tuttavia prudenzialmente crediamo sia meglio non applicare questi metodi a piccoli aeromobili di una flotta scuola e tenere l’eventuale plusvalenza come ricavo extra che so essere lì accantonato fino a quando non lo vendo.
Una variazione del mercato degli aeromobili, un incidente o la sostituzione di qualche parte di ricambio costosa potrebbero andare ad azzerare questo gap quindi è sempre meglio fare considerazioni prudenziali.