Tuttavia la safety è anche un modello organizzativo di gestione delle risorse, di sguardo lungimirante al futuro, un asset aziendale, un valore intangibile che può essere percepito internamente e comunicato all’esterno. Non deve essere visto come un’incombenza burocratica ma come un’opportunità di crescita.
L’evoluzione dell’organizzazione aziendale dal taylorismo fino ad oggi ha visto negli anni cambiare la propria vision: si è partiti dai fattori tecnici (Taylor) per poi valutare quelli umani (Mayo) e passare quindi alla gestione delle decisioni (Anthony e Simon) e poi al Total Quality Management (Toyota) e oltre. Questi solo alcuni degli esempi più importanti ma se ne potrebbero citare moltissimi altri anche in settori più specifici.
Ogni step include sempre tutti i precedenti fondendo i principi in quello che si chiama la “cultura organizzativa”. Noi in aviazione abbiamo il grande vantaggio che siamo stati quasi sempre i precursori di queste tecniche di volta in volta innovative: della tecnica nelle costruzioni, del fattore umano nella gestione del personale, dei modelli organizzativi con i nostri incarichi, ruoli e funzioni, sempre molto “procedurati” dai nostri manuali.
La safety parte quindi da qui: valutare ogni minimo aspetto dell’aviazione e creare una base culturale per poter crescere e migliorare senza nascondersi nulla.
La cultura passa dai 4 pilastri: policy and objectives (predispongo), risck management (valuto), safety assurance (monitoro) e safety promotion (addestro e comunico).